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Sarah Bernhardt, “la voce d’oro”, la divina. Sarah Bernhardt la ribelle. Bernhardt: un nome che potrebbe bastare a se stesso per raccontare e raccontarsi. Rivale storica di Eleonora Duse, la Bernhardt resta una delle figure femminili più affascinanti del XIX secolo. Capricciosa, eccentrica, sensibile, si fa icona di uno stile di vita.
In questo spettacolo, la Bernhardt viene vista come una giovane parca che riscopre il suo corpo e lo ripercorre, dall’età infantile a quella adulta. Il suo è un corpo sterile, nullo, inconsistente, fino a quando non si dedica con devozione al teatro.
“Più di ogni altra cosa, l’ego è un bisogno naturale. È fisico, spietato, bestiale. Come il teatro. Lo sentite il dolore nella carne dopo una poesia? La sentite questa ferita che vi scava, vi invecchia, vi scarnifica? Ferita che ha una voce ma non un volto, ferita che ha un cuore ma non batte. La sentite ancora la poesia?”
La donna vive in un mondo difficile, in cui la ricerca dell’arte si scontra con le bassezze del quotidiano. Nonostante i conflitti, le frustrazioni, le lotte, la Bernhardt emerge dal vuoto, vive nel e per i personaggi che interpreta, impara ad amare il proprio corpo così odiato nell’infanzia.
“Ho iniziato a scoprire il teatro nei piedi. Nel mio contatto con la terra. Le origini. La vita nel mondo. L’instabilità”.
Lo spettacolo, oltre alla rivisitazione della vita della Bernhardt attraverso il suo “cuore amorale”, è una riflessione sulla vita dell’artista, sulle sue paure, sui suoi limiti ma anche sulla sua bellezza.
La messinscena annulla i confini tra l’attrice Barbara De Palma e il personaggio Sarah Bernhardt, come a indicare l’impossibilità di riuscire a essere, in scena, sia l’una che l’altra. Il palco è un mattatoio, bisogna essere forti.
“Lo vedete il filo spinato intorno al mio cuore? Lo vedete il gas tossico che lo sgonfia, lo annerisce, lo appassisce? Lo vedete?” Teatro e aperitivo ore 21 info e prenotazioni 3479395652 info@ilcielodicarta.net

Sarah Bernhardt, “la voce d’oro”, la divina. Sarah Bernhardt la ribelle. Bernhardt: un nome che potrebbe bastare a se stesso per raccontare e raccontarsi. Rivale storica di Eleonora Duse, la Bernhardt resta una delle figure femminili più affascinanti del XIX secolo. Capricciosa, eccentrica, sensibile, si fa icona di uno stile di vita.
In questo spettacolo, la Bernhardt viene vista come una giovane parca che riscopre il suo corpo e lo ripercorre, dall’età infantile a quella adulta. Il suo è un corpo sterile, nullo, inconsistente, fino a quando non si dedica con devozione al teatro.
“Più di ogni altra cosa, l’ego è un bisogno naturale. È fisico, spietato, bestiale. Come il teatro. Lo sentite il dolore nella carne dopo una poesia? La sentite questa ferita che vi scava, vi invecchia, vi scarnifica? Ferita che ha una voce ma non un volto, ferita che ha un cuore ma non batte. La sentite ancora la poesia?”
La donna vive in un mondo difficile, in cui la ricerca dell’arte si scontra con le bassezze del quotidiano. Nonostante i conflitti, le frustrazioni, le lotte, la Bernhardt emerge dal vuoto, vive nel e per i personaggi che interpreta, impara ad amare il proprio corpo così odiato nell’infanzia.
“Ho iniziato a scoprire il teatro nei piedi. Nel mio contatto con la terra. Le origini. La vita nel mondo. L’instabilità”.
Lo spettacolo, oltre alla rivisitazione della vita della Bernhardt attraverso il suo “cuore amorale”, è una riflessione sulla vita dell’artista, sulle sue paure, sui suoi limiti ma anche sulla sua bellezza.
La messinscena annulla i confini tra l’attrice Barbara De Palma e il personaggio Sarah Bernhardt, come a indicare l’impossibilità di riuscire a essere, in scena, sia l’una che l’altra. Il palco è un mattatoio, bisogna essere forti.
“Lo vedete il filo spinato intorno al mio cuore? Lo vedete il gas tossico che lo sgonfia, lo annerisce, lo appassisce? Lo vedete?” Teatro e aperitivo ore 21 info e prenotazioni 3479395652 info@ilcielodicarta.net